La notizia è che Alassio avrà il suo drink. Un cocktail tutto suo, scelto a furor di popolo da coloro che fino al 6 maggio assaggeranno quelli in gara nei bar della città del Muretto: dopo la prima selezione, ne sono rimasti tre. Come ogni entusiasta sono convinto che un drink possa aspirare ad essere, quasi come un vino, parte integrante dello spirito del luogo, come il Barolo ad Alba, il Prosecco a Conegliano o il Nobile a Montepulciano. Certo, un cocktail influenza meno il paesaggio di un mare di viti in rigoglio che risalgono le onde dei colli. Ma a compensare siamo noi quando avviciniamo alla bocca un Bellini a Venezia, un Manhattan a New York oppure a un Sazerac a New Orleans o un Mojito all’Avana. Il drink local non è soltanto un pezzetto dell’esperienza che facciamo da turisti. È l’aspettativa di quell’esperienza a farci scegliere un luogo. E così, il cocktail Alassio che sarà scelto il 7 giugno aggiungerà il suo sapore e il suo colore, il suo bicchiere e il suo aroma (Oh, il profumo di assenzio in un Sazerac…) all’immagine che abbiamo di Alassio. A Ernest Hemingway che discute con Mario Berrino su come dovrà essere il Muretto, la hall of fame italiana. Alle belle di Miss Muretto, così sfolgoranti da venir condannate con l’accusa di far ombra al Muretto. Alla Dolce vita nelle estati anni Cinquanta con la spensieratezza da Sapore di mare, sole senza nubi e senza i cupi presagi felliniani. Ma quel che mi è piaciuto più di tutto è che l’idea della gara per l’Alassio sia venuta a una signora, Leila Mawjee, che nulla c’entra con shaker, bar e mixing glass. Le è venuta così, per amore della sua città. È di idee così, e della generosità per realizzarle, che abbiamo bisogno. Ho già voglia di bermi un Alassio...
Il suo cocktail Alassio se l’e trovato. Almeno quello per il 2019. Ora, sotto a chi tocca, qui e altrove. Perché l’idea di individuare ed eleggere il drink simbolo di una località non è soltanto un’eccellente spunto di marketing del territorio. È roba che fa crescere il livello dell’ospitalità tutta, mette a confronto le idee, spinge l’intero sistema a migliorare: se ci si mette in vetrina, si vorrà apparire al meglio.